venerdì 14 novembre 2008

Salsa e comportamento, metabolizzare i "no"


Parola che evoca lontane reminescenze ameboidi, metabolizzare significa "digerire", trasformando qualcosa per mezzo di qualcos'altro. Per esempio quegli improvvisi momenti di malcelata ira o subdole crisi depressive in cui l'autostima finisce sotto i tacchi che spesso si accompagnano ad un rifiuto da parte di colei/ui cui viene richiesto di ballare.
Bisogna considerare che le sale da ballo, di qualsivoglia genere, sono frequentate da persone di vario tipo ed interessi. Vige un criterio di selezione che fa parte del ruolo stesso della natura umana ed è perciò ineliminabile. Una sala di salsa, quindi, non è una specie di "fatebenefratelli" dove tutti sono sospinti da altruistici sentimenti. Ognuno si regola e sceglie in base a sue ben precise esigenze e preferenze.
E' vero che fondamentalmente sono in percentuale maggiore gli uomini che chiedono di ballare rispetto alle donne. Conseguentemente toccano ai maschi il maggior numero di potenziali rifiuti. Un "no" ad una richiesta può comunque non essere piacevole, perchè mette in gioco l'autostima di chi lo riceve. Però è vero anche che molte volte un "no" può essere preso e digerito meglio se considerato come uno spunto per riflettere. Potrebbe darsi che una serie di rifiuti faccia convergere la attenzione su elementi cui magari ognuno di noi non da peso, ma che invece infastidiscono gli altri. Se il ballo (e di conseguenza la salsa) è soprattutto uno strumento di intrattenimento sociale, di comunicazione con gli altri, è fondamentale inserirsi in un certo ambiente rispettandone innanzi tutto le regole per esserne accettati. Educazione, igiene personale, un pizzico di simpatia, un look curato sono un passepartout universale. Se poi uno/una balla anche decentemente il gioco è fatto. Alcuni uomini si sentono intimiditi da un potenziale rifiuto e magari se ne rimangono fermi al bar del locale, o invitano solo persone ben conosciute. Certo è risaputo che alle donne fa piacere essere invitate (e quindi poter anche dire di "no", fa parte del gioco) e che passare all'attacco, cioè invitare, è giudicato seccante da molte salsere (specie se il "no" arriva dall'uomo).
Tuttavia bisogna considerare la valenza positiva di una serie di "no" che può portare alla luce aspetti negativi sottovalutati della propria personalità e, perchè no, far riflettere sul fatto di imparare a ballare sempre meglio (che, per inciso, spesso funziona laddove altri metodi falliscono). Senza considerare che i motivi di un rifiuto possono essere molteplici. Non ultimo la timidezza, la soggezione, la bassa autostima. Un "no" quindi può avere molteplici sfaccettature.
Metabolizzare quindi è, sia per gli uomini che per le donne, riuscire a trarre vantaggio da una situazione che alle volte viene interpretata come negativa, ma lo è solo in apparenza.

1 commento:

Stefano ha detto...

Ricevere un no da una sconosciuta è seccante, perché ci si sente giudicati negativamente e ingiustamente. Se poi per caso ci si trova fuori città, soli in un locale dove non si conosce nessuno, questo può fare la differenza fra una serata riuscita e una no.
D'altronde anche ricevere un sì può essere problematico. Con una sconosciuta si può essere più tesi, avere paura di sbagliare e per questo non riuscire né a ballare bene, né a divertirsi (il che è peggio).
C'è poi il fatto di dover cambiare partner ogni uno o due balli. Questo significa che per un uomo, trovarsi solo e senza un gruppo di ballo in un locale, significa che ogni due brani dovrà continuamente andare a chiedere a sconosciute di ballare.
Quindi trovarsi a dover ballare con le estranee può essere molto poco appagante. Ovviamente sto parlando per me. Per altri so che non è così e che anzi l'approccio con una dama sconosciuta può essere esaltante come un approccio seduttivo.
Per me non lo è ed è per questo che forse non diventerò mai un ballerino di salsa come si deve.
D'altronde quella musica mi piace tanto ed anche il ballo e le figure mi affascinano. Ho bisogno però di avere una cerchia di amici stretti con cui ballarlo, più precisamente di amiche. Il problema è proprio questo. Finché si freqenta una scuola di ballo, il gruppo sussiste ed è mantenuto coeso dalle lezioni e dal dopo lezioni. Finiti i corsi tuttavia, ci si scontra con l'estrema volatilità di questo genere di gruppi e spesso si finisce per ritrovarsi soli in locali dove vige un criterio di selezione per niente simpatico.
La mia soluzione? Io non vado mai in un locale se:
- non ho una compagna con me con cui ballare;
- non c'è almeno un'altra coppia (meglio due) di ballerini con cui scambiarsi le dame.
Se poi un'estranea mi invitasse, sicuramente accetterei e ballerei anche senza eccessive preoccupazioni (l'ha voluto lei).
Idem per la mia dama. Se qualcuno la invita, ben venga. Io però tendenzialmente me ne starò al bar ad aspettare che si liberi lei o una mia amica.